Nell'articolo precedente abbiamo parlato di come un territorio governato da varie dinastie (Zhou e Han le più importanti), nonostante le divisioni politiche, siano riusciti a sviluppare una cultura e una lingua comune, seppure quest'ultima ancora non avesse un nome ben preciso e neppure lo "stato" ne avesse uno. (Per maggiori dettagli clicca qui).
Così, mentre i secoli passavano, il popolo di questa regione continuava a riferirsi alle entità politiche col nome delle famiglie che li governavano oppure col nome del luogo da cui venissero i governanti, e allo stesso tempo si chiamavano fra di loro "Han ren" (汉人); tuttavia la lingua cominciò a divergere in una serie di lingue differenti.
Ora, come di sicuro avrete notato in questi ultimi due post, sto parlando della regione che in Occidente noi chiamiamo "Cina" e tuttavia sono riuscito a non usare mai le parole "Cina" o "cinese". Questo perché nessuno in questa regione usa il termine Cina o cinese per riferirsi alla loro nazione o popolo; la parola "Cina" stessa probabilmente deriva da una parola Sanscrita che a sua volta si pensa derivi dalla parola "Qin" (秦, se vi ricordate è il nome di quella brevissima dinastia che aveva governato tra le dinastie Zhou e Han). Inoltre, non solo i cinesi non utilizzano la parola "Cina", ma il concetto stesso di Cina non è mai esistito nel suo significato moderno fino a che gli europei non l'hanno introdotto; noi occidentali siamo abituati a pensare in termini di stati nazionali, abbiamo questo istinto che ci fa credere che:
E che questi debbano coalizzarsi per creare quello che noi crediamo una "nazione". Tuttavia questo modo di pensare fu abbastanza estraneo alla Cina fino a che i contatti con gli europei non si fecero molto intensi alla fine dell'Ottocento: a quel punto il popolo "Han" cominciò a pensare secondo questo modello di stati-nazione. Questo concetto europeo ha quindi rivoluzionato il pensiero del popolo cinese, se prima vi erano gli "Han" che vivevano nello stato "Qing" che includeva anche lo "Zhong guo" e che parlavano tutta una serie di lingue che discendevano dal Medio Cinese. Praticamente un pandemonio di cultura, lingue ed entità politiche.
Con i sempre più crescenti contatti con gli europei iniziarono a pensare in termini di Cina = "Zhong guo", popolo cinese = "Han ren" e "lingua cinese", per cui adottarono un nuovo termine, ovvero "Han yu" (汉语), letteralmente "lingua degli Han", il che non ha molto senso, perché gli Han non hanno parlato una lingua intellegibile fra di loro per migliaia di secoli!
Per quanto io stesso posso capire, la parola "Han yu" indica praticamente qualsiasi lingua che viene parlata dall'Han ren, il popolo degli Han appunto, che corrispondono di più a una famiglia linguistica che ad una singola lingua...
Solo una di queste lingue è usata dal governo cinese, quella che si è sviluppata nella capitale Pechino (in cinese Beijing 北京, ovvero "Capitale del Nord"); un secolo fa questa lingua era chiamata "Guan Hua" (官话) ovvero "lingua dei funzionari", ma, ironicamente, oggi il nome ufficiale di questa lingua è "Pu Tong Hua" (普通话) ovvero "lingua del popolo". Questo perché negli anni '50, dopo che il partito comunista salì al potere, ci fu l'iniziativa di usare un altro nome (come se già non ce ne fossero abbastanza) per la lingua ufficiale, poiché "Guan hua" era ritenuta un'espressione troppo borghese, ma non riuscirono a mettersi d'accordo su come chiamarla, così gli hanno letteralmente appiccicato un nome più proletario per rendere il popolo contento.
In Italiano noi chiamiamo questa lingua Mandarino, parola che deriva dalla parola malese per "ufficiale governativo", ovvero "mantri", anche se tuttora non è chiaro come abbiamo adottato questa parola così orientale nel nostro vocabolario quotidiano.
Infine, per confonderci un altro po' le idee, abbiamo due nazioni che si contendono il titolo di "Zhong guo" (Cina e Taiwan per questo motivo hanno pessime relazioni diplomatiche), e ci sono inoltre alcune città-stato che sono per qualche strano motivo parte della nazione anche se non dovrebbero esserlo (Hong Kong e Macau).
Oh povera Zhong guo...
Articolo a cura di Giuseppe Barbagallo.
Così, mentre i secoli passavano, il popolo di questa regione continuava a riferirsi alle entità politiche col nome delle famiglie che li governavano oppure col nome del luogo da cui venissero i governanti, e allo stesso tempo si chiamavano fra di loro "Han ren" (汉人); tuttavia la lingua cominciò a divergere in una serie di lingue differenti.
Ora, come di sicuro avrete notato in questi ultimi due post, sto parlando della regione che in Occidente noi chiamiamo "Cina" e tuttavia sono riuscito a non usare mai le parole "Cina" o "cinese". Questo perché nessuno in questa regione usa il termine Cina o cinese per riferirsi alla loro nazione o popolo; la parola "Cina" stessa probabilmente deriva da una parola Sanscrita che a sua volta si pensa derivi dalla parola "Qin" (秦, se vi ricordate è il nome di quella brevissima dinastia che aveva governato tra le dinastie Zhou e Han). Inoltre, non solo i cinesi non utilizzano la parola "Cina", ma il concetto stesso di Cina non è mai esistito nel suo significato moderno fino a che gli europei non l'hanno introdotto; noi occidentali siamo abituati a pensare in termini di stati nazionali, abbiamo questo istinto che ci fa credere che:
ENTITA' POLITICA = LINGUA = CULTURA
E che questi debbano coalizzarsi per creare quello che noi crediamo una "nazione". Tuttavia questo modo di pensare fu abbastanza estraneo alla Cina fino a che i contatti con gli europei non si fecero molto intensi alla fine dell'Ottocento: a quel punto il popolo "Han" cominciò a pensare secondo questo modello di stati-nazione. Questo concetto europeo ha quindi rivoluzionato il pensiero del popolo cinese, se prima vi erano gli "Han" che vivevano nello stato "Qing" che includeva anche lo "Zhong guo" e che parlavano tutta una serie di lingue che discendevano dal Medio Cinese. Praticamente un pandemonio di cultura, lingue ed entità politiche.
Con i sempre più crescenti contatti con gli europei iniziarono a pensare in termini di Cina = "Zhong guo", popolo cinese = "Han ren" e "lingua cinese", per cui adottarono un nuovo termine, ovvero "Han yu" (汉语), letteralmente "lingua degli Han", il che non ha molto senso, perché gli Han non hanno parlato una lingua intellegibile fra di loro per migliaia di secoli!
Per quanto io stesso posso capire, la parola "Han yu" indica praticamente qualsiasi lingua che viene parlata dall'Han ren, il popolo degli Han appunto, che corrispondono di più a una famiglia linguistica che ad una singola lingua...
Solo una di queste lingue è usata dal governo cinese, quella che si è sviluppata nella capitale Pechino (in cinese Beijing 北京, ovvero "Capitale del Nord"); un secolo fa questa lingua era chiamata "Guan Hua" (官话) ovvero "lingua dei funzionari", ma, ironicamente, oggi il nome ufficiale di questa lingua è "Pu Tong Hua" (普通话) ovvero "lingua del popolo". Questo perché negli anni '50, dopo che il partito comunista salì al potere, ci fu l'iniziativa di usare un altro nome (come se già non ce ne fossero abbastanza) per la lingua ufficiale, poiché "Guan hua" era ritenuta un'espressione troppo borghese, ma non riuscirono a mettersi d'accordo su come chiamarla, così gli hanno letteralmente appiccicato un nome più proletario per rendere il popolo contento.
In Italiano noi chiamiamo questa lingua Mandarino, parola che deriva dalla parola malese per "ufficiale governativo", ovvero "mantri", anche se tuttora non è chiaro come abbiamo adottato questa parola così orientale nel nostro vocabolario quotidiano.
Infine, per confonderci un altro po' le idee, abbiamo due nazioni che si contendono il titolo di "Zhong guo" (Cina e Taiwan per questo motivo hanno pessime relazioni diplomatiche), e ci sono inoltre alcune città-stato che sono per qualche strano motivo parte della nazione anche se non dovrebbero esserlo (Hong Kong e Macau).
Oh povera Zhong guo...
Articolo a cura di Giuseppe Barbagallo.
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