Cos’è una lingua? Linguaggio verbale e non verbale.
Introduzione, l’origine della lingua.
Il termine
“lingua”, o “linguaggio”, è oggi inteso come un metodo espressivo attraverso
cui gli uomini, appartenenti a diverse comunità, riescono a comprendersi adottando
un sistema comune e convenzionale composto da simboli, lettere e parole.
Attraverso il linguaggio l’uomo può comunicare la sua volontà, il suo stato
d’animo, elabora concetti astratti, etc.
Ai tempi dei
Greci antichi, soprattutto fra i filosofi chiamati fisici
pluralisti che vivevano a cavallo tra
il IV e il V sec. a.C., si sviluppò l’idea di una lingua
comune, che successivamente si raggiungerà con la κοινὴ διάλεκτος (koinè diàlektos, diffusasi in tutta la
Grecia e il Medio Oriente attraverso le conquiste di Alessandro Magno, e
basatasi sul dialetto ateniese). Democrito di Abdera, oltre alla sua teoria
gnoseologica sugli atomi, elaborò una teoria secondo la quale l’uomo sarebbe
ricorso ad un accordo comune per identificare le cose, e potremmo anche dare
ragione al filosofo di Abdera in quanto una lingua, per definirsi tale, deve
basarsi su dei canoni ben precisi, e viene definita convenzionale poiché ci basiamo su dei concetti che sono comuni a
tutti quelli che parlano una determinata lingua.
Es. le parole
“mela”, “cane”, “macchina”, esprimono dei concetti che possono essere capiti e
visualizzati nella propria immaginazione da tutti coloro che parlano
l’italiano.
Successivamente,
nel V secolo a.C., si diffuse il pensiero del sofista Gorgia da Lentini,
secondo cui i nomi sarebbero etichette che
l’uomo attribuisce agli oggetti dopo esserne venuti a contatto. Queste
etichette sono altro dall’oggetto,
ovvero non coincidono all’esistenza dell’oggetto, non ci permettono di
individuare l’essere di qualcosa.
Anche in questo caso il linguaggio è convenzionale, poiché attribuiamo un
significato a qualcosa che è diverso dall’essere della cosa stessa.
Linguaggio verbale e non verbale.
Nel nostro
sistema comunicativo possiamo differenziare due modi di esprimersi assai
diversi fra loro, ma che allo stesso tempo risultano complementari:
·
Linguaggio verbale:
in cui prevale l’uso della parola, può essere compreso immediatamente ed
interpretato in un solo modo;
·
Linguaggio non verbale:
metaforico e simbolico, spesso anche inteso come “linguaggio del corpo”, la sua comprensione è difficile a causa
delle diverse interpretazioni che possiamo dare ad un messaggio.
Facendo uso
del primo le informazioni possono essere ricevute immediatamente dal
destinatario, che riesce a decifrare ciò
che stiamo dicendo all’istante; mentre il secondo, per via della sua
complessità, risulta talvolta persino ambiguo.
Attraverso
questo diagramma possiamo capire come il linguaggio indiretto sia alla base
della comunicazione, e per questo riveste una grande importanza sia da solo,
sia in aiuto al linguaggio diretto, che invece risulta all’ultima posizione. Ad
esempio, se volessimo comunicare ad un destinatario un evento che è successo
poco prima della conversazione sarebbe fondamentale all’idea che vogliamo
trasmettere nel destinatario l’utilizzo di espressioni facciali e toni della
voce:
X: “Sai cos’ha
fatto Y prima?” con un tono scherzoso e un’espressione sorridente darà al
destinatario l’idea di uno scherzo, qualcosa di molto leggero su cui si può
scherzare; se invece la stessa frase venisse ripetuta con un tono molto serio e
un’espressione accigliata e sconvolta, allora il destinatario capirà che Y ha
fatto qualcosa di sbagliato, e per questo il mittente glielo sta riferendo. Allo
stesso modo possiamo comunicare le nostre emozioni e i nostri pensieri anche
attraverso l’abbigliamento, il contatto visivo o la
postura: qualora incontrassimo una persona dall’abbigliamento
trasandato, o che evita il contatto visivo, potremmo pensare che lui/lei abbia
problemi nel rapportarsi con altre persone; mentre se incontriamo una persona
dalla postura retta, dall’abbigliamento elegante, ci darà l’impressione di
qualcuno sicuro di sé.
Le lingue
spesso potrebbero sembrarci un insieme di parole con significato convenzionale,
ma sono più di tutto ciò, spesso sono collegate alle usanze tipiche di una
certa comunità, cosa che le rende uniche e sole nel loro genere.
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